In questo articolo e video, il Dott. Leonardo Giuliani di Giuliani Ortopedia approfondisce le cause e i rimedi per i dolori posturali da postura scorretta, spiegando come una rieducazione mirata del cervello, dei piedi e dei denti possa ridurre dolori cervicali, lombari e muscolari, migliorando la stabilità e l’allineamento del corpo.
I dolori posturali rappresentano una delle problematiche più comuni nella popolazione moderna, ma spesso vengono affrontati nel modo sbagliato. Quando si parla di postura scorretta, infatti, la maggior parte delle persone pensa a un difetto fisico, a un trauma o a una predisposizione genetica. In realtà, come spiegano gli esperti, nella maggior parte dei casi la causa è ben diversa: si tratta di un adattamento del cervello, una strategia automatica che il corpo mette in atto per cercare stabilità e forza.
La postura come adattamento del cervello
Il cervello, costantemente impegnato a garantire equilibrio e sicurezza, tende a favorire alcune catene muscolari e a inibirne altre. Questo meccanismo di compensazione è il modo in cui il sistema nervoso centrale gestisce le imperfezioni strutturali o funzionali del corpo. Per questo motivo, una scoliosi o una postura asimmetrica che non dipende da traumi importanti è spesso un adattamento funzionale, non un difetto vero e proprio.
Il corpo cerca sempre la via della maggiore stabilità. Quando una parte fornisce più forza o sicurezza, il cervello la privilegia, anche se questo comporta uno squilibrio. Di conseguenza, alcune aree vengono sovraccaricate, mentre altre si indeboliscono. Il risultato è una postura disarmonica che, nel tempo, può generare dolori, infiammazione e rigidità muscolare.
Educare le catene muscolari, non solo conoscerle
Molti professionisti parlano di catene muscolari, ma pochi sottolineano un concetto fondamentale: le catene muscolari vanno educate, non solo conosciute. Conoscere quali muscoli partecipano al mantenimento della postura è importante, ma non sufficiente. Il corpo deve essere rieducato attraverso stimoli coerenti che permettano al cervello di riconoscere nuove strategie posturali più efficienti e armoniose.
Questo significa che ogni trattamento posturale deve essere costruito per dialogare con il sistema nervoso centrale, non solo per agire meccanicamente sul corpo. Ecco perché esercizi generici o plantari standardizzati spesso non portano risultati duraturi: non comunicano con il cervello, il vero regista della postura.
Il ruolo dei recettori posturali: occhi, denti e piedi
Nel sistema posturale, alcuni recettori giocano un ruolo determinante: gli occhi, i denti e i piedi. Sono questi i punti attraverso cui il cervello riceve informazioni sul corpo e sull’ambiente circostante.
- I piedi sono la base del sistema posturale. Ogni differenza di appoggio, come una pronazione o un dislivello tra piede destro e sinistro, influenza immediatamente la catena muscolare ascendente. Fare plantari identici per piedi diversi è un errore: il corpo necessita di correzioni personalizzate che raccontino al cervello ciò che accade sotto i piedi.
- I denti, attraverso l’occlusione, influenzano le catene muscolari discendenti. Una chiusura mandibolare asimmetrica può generare compensazioni cervicali e tensioni croniche. Anche in questo caso, intervenire senza valutare l’insieme del sistema può essere controproducente.
- Gli occhi, infine, forniscono un costante feedback sulla posizione del corpo nello spazio. Anche una lieve disfunzione visiva può modificare la postura globale.
Quando questi recettori inviano segnali incoerenti, il cervello reagisce modificando la postura per compensare. Ma questa nuova posizione, se mantenuta a lungo, può portare a dolori posturali cronici e infiammazioni localizzate.
Il dolore posturale come segnale di adattamento
Una postura scorretta produce inevitabilmente forze monolaterali, con un lato del corpo che lavora di più e un aumento del calore e dell’infiammazione in quella zona. Tuttavia, non sempre chi ha uno scompenso posturale prova dolore: il corpo può adattarsi per un certo periodo. Ma alla lunga, questo equilibrio instabile porta a rigidità, stanchezza muscolare e dolori ricorrenti.
Il dolore, quindi, non è un nemico, ma un messaggio del sistema nervoso: indica che il corpo sta cercando di adattarsi a una strategia inefficace. Ignorare o sopprimere il sintomo senza capirne la causa rischia di peggiorare la situazione.
La strategia ottimale: analizzare, comprendere, rieducare
La strategia ottimale per correggere una postura scorretta non parte dal sintomo, ma dall’analisi delle cause. Solo un’attenta valutazione dei recettori posturali e delle catene muscolari può permettere di costruire un piano personalizzato. Diffidare da interventi o trattamenti standard è fondamentale: ogni corpo ha una sua storia e un suo modo di adattarsi.
Il percorso ideale include:
- Analisi del sistema posturale e dei recettori (occhi, denti, piedi);
- Valutazione della simmetria delle catene muscolari;
- Rieducazione posturale specifica con esercizi guidati;
- Eventuale uso di plantari o dispositivi personalizzati, solo dopo analisi accurata.
Solo in questo modo si può dialogare con il cervello, correggere le strategie di compenso e ristabilire l’armonia del corpo.
La postura è il risultato di un dialogo continuo tra cervello, muscoli e recettori sensoriali. Correggere una postura scorretta significa riprogrammare questo dialogo, non forzarlo. La chiave per eliminare i dolori posturali sta nel comprendere che la vera causa non è nel corpo, ma nel modo in cui il cervello cerca, a suo modo, di proteggerlo.
